8 Marzo: la strada verso la parità

Oggi, 8 marzo 2024, ci troviamo di fronte a una data che segna un momento cruciale nella lotta per l’uguaglianza di genere: la Giornata Internazionale della Donna.
In occasione di questa giornata fermiamoci un attimo e riflettiamo sul suo vero significato che, nel corso del tempo, sembra essere stato in parte offuscato.
Più correttamente definita come “Giornata Internazionale dei diritti delle donne”, non deve essere confusa con una semplice “festa”.
È sempre stata una giornata di lotta e rivendicazioni contro le discriminazioni e le violenze di genere che ancora oggi persistono a livello globale.
L’uso della connotazione “festa della donna” rischia di minimizzare l’importanza di questa data, trasformandola in un evento di celebrazione superficiale, simboleggiato unicamente dal regalo di mimose o altri doni. Sebbene questi gesti possano avere una loro positività, non scordiamoci che la vera essenza dell’8 marzo è molto più profonda e richiede un impegno attivo verso il cambiamento.

Molte sono le leggende sul perché fu scelta proprio l’8 marzo come data per commemorare questa Giornata.
Secondo una credenza diffusa dovrebbe ricordare l’8 marzo 1908: un incendio divampò presso la fittizia industria tessile “Cotton” di New York. Si narra che l’incendio fosse stato scatenato intenzionalmente dal proprietario, Mr. Johnson, che causò la morte di 129 operaie dopo averle bloccate nello stabilimento, colpevoli per aver protestato contro le condizioni di lavoro disumane.
Questa leggenda potrebbe essere ispirata dall’incendio accaduto nella fabbrica di New York “Triangle Shirtwaist Company”, avvenuto il 25 marzo 1911, dove persero la vita 146 persone (123 donne e 23 uomini) quasi tutte immigrate italiane ed ebree.
Secondo un’altra credenza popolare sarebbe collegata alla repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi sempre a New York nel 1857. Tuttavia ricostruzioni storiche successive ne hanno dimostrato la falsità.

Leggende a parte, come nasce la Giornata Internazionale della donna?
La Giornata ha radici nel partito socialista americano del primo Novecento. Nel 1908 Corinne Stubbs Brown invitò le donne a partecipare alla conferenza socialista, nominata “Woman’s Day”, di Chicago nel Garrick Theater. La proposta fu portata nel 1910 a Copenaghen da Clara Zetkin durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste tenutasi nella Folkets Hus.
Con l’avvento della Prima Guerra Mondiale, oltre alle rivendicazioni tipiche della giornata, si aggiunsero anche le proteste contro lo scoppio della guerra: è il 23 febbraio 1917, secondo il calendario giuliano russo, l’8 marzo secondo il nostro gregoriano, quando le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine del conflitto mondiale.
Tale manifestazione diede adito a successive proteste che portarono al crollo dello zarismo e allo scoppio della rivoluzione russa. Il governo provvisorio che nacque concesse alle donne il diritto di voto. Dopo la rivoluzione bolscevica, fu Vladimir Lenin nel 1922 a istituire l’8 marzo come festività ufficiale.
In Italia la prima Giornata Internazionale della donna è stata festeggiata il 22 marzo 1922 per iniziativa del Partito Comunista italiano.
L’ONU, organizzazione intergovernativa e sovranazionale delle Nazioni Unite, ufficializzò la giornata delle donne il 16 dicembre 1977, quando l’Assemblea generale propose ad ogni paese di istituire e celebrare una volta all’anno la “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e per la pace internazionale”. Molti paesi decisero di adottare come data ufficiale, appunto, l’8 marzo.

Cosa dice la costituzione italiana?

Art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Art. 37: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore […]”.

Art. 51: “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini […]”.

Il cammino verso una maggiore uguaglianza di genere attraverso il percorso normativo è stato lungo e costellato da importanti tappe legislative. Negli ultimi decenni, diverse leggi hanno contribuito a migliorare la disparità tra uomini e donne. Eccone qualche esempio:

1956: la legge 1441 ha segnato un inizio importante nell’apertura dell’accesso delle donne alla magistratura.
1977: la legge 903, promossa da Tina Anselmi -ministra del Lavoro- sancisce il divieto di discriminazione nell’accesso al lavoro, nella formazione personale, nelle retribuzioni e nella attribuzione di qualifiche professionali.
1978: la legge 194 sancisce la possibilità di interrompere la gravidanza per motivi personali.
1999: la legge 380 sancisce il riconoscimento di una piena parità di accesso alle cariche professionali e apre alle donne l’accesso alle Forze armate.
2003: il decreto legislativo n° 216 sancisce il divieto di ogni discriminazione in base al sesso.
2013: la legge 119 regola i i provvedimenti penali da attribuire alla violenza di genere nei confronti delle donne: per lo stalking e i maltrattamenti è previsto l’obbligo di arresto immediato.
2021: la legge 162 sancisce la parità di genere in ambito lavorativo e costituisce un passo avanti sulla parità retributiva.

Oggi, molte conquiste sono state fatte nel campo dei diritti delle donne, dall’ottenimento del diritto di voto alla promulgazione di leggi che tutelano le donne dal femminicidio, dallo stalking, dalla violenza domestica.
Tuttavia, nonostante le leggi, troppi ancora oggi sono i casi di femminicidio: 120 in Italia nel corso del 2023. Anche in ambito lavorativo, nonostante siano state sancite leggi che prevedono la parità tra i due generi, le donne continuano a essere soggette a disparità retributive rispetto ai loro colleghi uomini, spesso trovandosi in condizioni lavorative precarie. In Italia il mondo del lavoro presenta ancora numerose sfide per le donne: molte si trovano a dover affrontare una serie di difficoltà, specialmente nella conciliazione tra vita familiare e professionale. Un rapporto del Servizio Studi della Camera evidenzia che una su cinque, dopo essere diventata madre, si trova a dover lasciare il proprio lavoro.
L’Italia si posiziona agli ultimi posti nell’Unione Europea per il tasso di occupazione femminile (55% contro la media europea del 69,3%). A livello nazionale il divario tra uomini e donne nel mondo del lavoro è evidente: sono circa 9,5 milioni le donne occupate contro i 13 milioni di uomini.
Secondo quanto rilevato dall’ODM Consulting, società di consulenza HR di Gi Group Holding, nel 2023 il gender pay gap, il divario retributivo di genere, che si era ridotto tra il 2017 e il 2019, ha ripreso a crescere raggiungendo il 10% nel 2022.

Allora oggi, in questa Giornata, fermiamoci e riflettiamo. Riflettiamo sulle battaglie che sono state fatte fino ad oggi: quelle vinte, quelle perse, quelle che ancora si dovranno combattere, che susciteranno clamore o che passeranno sotto silenzio.
Gli obiettivi conquistati dalle donne sono stati grandi, ma il percorso verso la parità è ancora lungo.

Articolo di Chiara Cardella

Ti è piaciuto l'articolo? Clicca sul cuore! 1 Like
Loading...