Robert Downey Jr: Il volto del successo

Robert Downey Jr è senza dubbio uno dei volti più celebri del cinema mondiale, amato principalmente dal grande pubblico per il ruolo di Iron Man all’interno dell’universo Marvel che, come ha lui stesso dichiarato in un intervista, nel 2019 gli ha fatto raggiungere l’apice della sua carriera con Avengers End Game, film che ha messo anche un punto al suo personaggio dopo ben 11 anni.

Non solo la Marvel, però, lo ha reso l’attore che è oggi, poiché, prima di essere nominato agli oscar per ben tre volte, di cui una nel 2023 come miglior attore non protagonista dell’ultimo capolavoro di Christopher Nolan, Oppenheimer, ed essere stato l’attore più pagato al mondo tra il 2012 e il 2013, ha attraversato una carriera costantemente in bilico tra il successo e il fallimento, che lo ha portato dalla prigione ai riflettori di tutto il mondo.

Per approfondire la sua storia dobbiamo tornare alle origini della carriera: iniziò a recitare all’età di 5 anni in alcuni film, come Pound o Greaser’s Palace, diretti da suo padre che non ha solo il “merito” di aver fatto nascere la passione del cinema al figlio, ma lo ha indirizzato nel mondo della droga e dell’alcol. Infatti la vita privata del piccolo attore era un po’ contorta: oltre a stupefacenti ed armi da fuoco, aveva anche un rapporto tormentato col padre, aggravato anche dal divorzio dei suoi genitori all’età di 13 anni.

Totalmente opposta era la sua vita d’attore, che andava a gonfie vele: dopo la nascita, nel 1999, del suo primo ed unico figlio, Indio Falconer Downey, ricevette una nomination agli Oscar nel 1993 come miglior attore nel film Charlot e una al Golden Globe come miglior attore protagonista in un film drammatico. Vinse, inoltre, il suo primo premio BAFTA, British Academy Film Awards, ovvero la versione britannica della Notte degli Oscar.

Sembrava ormai un divo, un attore pronto ad esplodere nella fama e a diventare una vera e propria star, ma la sua vita da tossicodipendente sovrastò quella da attore, rendendo vano tutto ciò che aveva costruito ed ottenuto negli anni.

Nell’Aprile del 1996 venne arrestato per possesso di eroina, cocaina e di una pistola 357 Magnum. Dopo solo un mese fu liberato per buona condotta, ma fu arrestato nuovamente per violazione di domicilio dato si era addormentato ubriaco nella casa del suo vicino, subendo, così, una condanna a tre anni di libertà condizionale con obbligo di periodici test anti-droga.

Nel 1997, tuttavia, non fece un test e fu condannato a sei mesi di detenzione nella Los Angeles County Jail. Due anni dopo, nel 1999, saltò un altro test, venendo nuovamente arrestato e condannato a tre anni presso una struttura riabilitativa californiana. Nel 2000 venne rilasciato in anticipo e tornò sui set di diversi progetti, ma, come lui stesso ha rilasciato in un’intervista sulla serie Ally McBeal:

“Era il mio punto più basso in termini di dipendenza. A quel punto non mi importava se non avessi più recitato”.

Infatti poco dopo venne arrestato per possesso di Cocaina e Diazepam. L’anno seguente durante il processo, l’attore non venne condannato, bensì inviato in riabilitazione e in libertà vigilata per tre anni, venendo però licenziato da ogni suo progetto.

Ma dopo una discesa c’è sempre una salita e, nel caso di Downey, sarebbe più corretto parlare di resurrezione.

Dopo aver scontato ogni condanna ricevuta, dal 2001 al 2008, iniziò a ricrearsi una carriera. Grazie all’aiuto della sua famiglia, degli amici, dello yoga e di particolari cure e centri riabilitativi, nel 2003 riuscì finalmente a liberarsi dalla droga e dalla malavita che lo aveva accompagnato fin da piccolo. A questo determinato periodo Downey ha fatto riferimento durante il discorso per la celebrazione del suo ultimo Oscar (2024):

“Vorrei tanto ringraziare la mia orribile infanzia e l’academy… e vorrei tanto ringraziare la mia veterinaria ehm, volevo dire moglie: Susan Downey, seduta lì. Mi ha trovato e mi ha salvato quando ero ancora un animaletto smarrito e mi ha amato ridandomi la vita, per questo sono qui, grazie.”

Continua dicendo: “ed ecco il mio segreto, avevo più bisogno io di questo lavoro che viceversa”.

Sempre nel 2003 iniziò a tornare sullo schermo con video e serie Tv, facendo anche da doppiatore nel famosissimo cartone dei Griffin e nel 2006 con il film Shaggy Dog, riuscendo ad avere la fiducia della Disney e a partecipare, quindi, a diversi progetti sotto quel nome. Questi piccoli successi lo portarono nuovamente sotto gli occhi del pubblico e la sua fama iniziò ad aumentare sempre di più, fino ad arrivare agli occhi di Jon Favreau, regista del capolavoro cinematografico, Iron Man 1. Favreau voleva a tutti i costi Downey nel ruolo del Genio Miliardario Playboy Filantropo e non intendeva cambiare opinione, nemmeno davanti ad attori come Tom Cruise o Timothy Olyphant. Finalmente nel 2006 Robert firmò il contratto con i Marvel Studios e due anni dopo, con l’uscita del film, divenne uno dei volti più amati del grande schermo, conosciuto da tutti e considerato un eroe da imitare.

Iron Man 1 diede, quindi, inizio ad una delle più grandi, se non la più grande, saghe cinematografiche di tutti i tempi e, con essa, anche quella che tutt’oggi da molti è considerata la scelta di casting migliore della storia (affermato anche da Christopher Nolan).

Dopo il successo mondiale, Robert iniziò a prendere parte a decine di altri progetti come Sherlock Holmes, Dolittle, Tropic Thunder e il tutto affiancato dal Marvel Cinematic Universe che, grazie all’enorme successo del primo capitolo, continuò a creare film portando avanti un seguito planetario, nel quale Downey faceva da protagonista.

Intorno al 2020 ha diretto un intero Docu-film sul suo rapporto con il padre (Robert John Downey Sr) e sulla carriera nascosta di quest’ultimo, venuto purtroppo a mancare nel 2021.

Oggi Downey ha 54 anni e continua la sua carriera senza alcuna intenzione di fermarsi. Sta già lavorando alla serie TV Il Simpatizzante, in uscita nel 2024, e ha vinto l’Oscar nell’ultimo film di Christopher Nolan, passando così da un inizio dove tutti lo consideravano il volto del fallimento, ad oggi, dove è visto come il successo in persona.

“…avevo piú bisogno io di questo lavoro che viceversa. Christopher Nolan lo sapeva, Emma Thomas ha fatto in modo che potessi circondarmi di uno dei migliori cast e troupe di tutti i tempi, Cillian Murphy (vincitore dell’oscar come protagonista), Emily Blunt, Matt Damon e grazie a questo, qui davanti a voi c’è un uomo migliore, tutto quello che facciamo è significativo e le decisioni che prendiamo sono molto importanti”.