WORLD PRESS PHOTO: ALLA RICERCA DELLA FOTO PERFETTA

Vi è mai capitato di avere davanti agli occhi un momento che sembrava raccontare una storia? Ecco, a volte basta un clic per raccontarla.

Oggi ci piacerebbe presentarvi le sei fotografie finaliste del premio “Photo of the Year” della sessantaquattresima edizione del World Press Photo Contest, il più prestigioso riconoscimento di fotogiornalismo al mondo. Fra una settimana conosceremo la foto vincitrice.

Prima, però, lasciateci dire ancora un paio di cose. La World Press Photo premia, ogni anno, le fotografie delle categorie “Contemporary Issues”, “Environment”, “General News”, “Long-Term Projects”, “Nature”, “Portraits”, “Sports”, “Spot News” (in fondo all’articolo trovate il link al sito ufficiale).

I premi più importanti sono “Story of the Year” e “Photo of the Year”. Quest’anno una giuria indipendente e internazionale ha esaminato un totale di ben 74.470 immagini! Ora, però, basta chiacchiere: passiamo alle foto.

 

Evelyn Hockstein ritrae il litigio tra un uomo contrario alla rimozione dell’Emancipation Memorial al Lincoln Park e una donna favorevole. Alla fine, sull’onda delle manifestazioni antirazziste e del movimento BLM, è stata decisa la ricollocazione in un museo della statua, considerata da alcuni come simbolo di libertà e da altri come celebrazione di una storia di oppressione e paternalismo.

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Il fotografo danese Mads Nissen raccoglie in uno scatto un’attesa durata mesi. Nella foto, Rosa Lunardi (85 anni), ospite in una casa di cura a San Paolo in Brasile, abbraccia attraverso un velo di plastica l’infermiera Adriana Silva de Costa Souza.

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Il fotografo Lorenzo Tugnoli, in un solo scatto, riesce a rappresentare una scena in cui un uomo si trova solo, ferito e senza speranze dopo l’esplosione di un container riempito di materiale altamente infiammabile nel porto di Beirut (Libano); mentre, in lontananza, i pompieri cercano di domare le fiamme che hanno avvolto tutti i magazzini che si trovavano nelle vicinanze.

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Oleg Ponomarev é un fotografo russo che, in un solo clic, ha rappresentato ciò che la gente odia di più, ovvero la diversità…e credo che non ci sia cosa piu sbagliata. La diversità infatti è proprio la cosa che ci rende Unici nel nostro genere e non è affatto una cosa brutta. Questa immagine rappresenta Ignat, un ragazzo transgender, e la sua ragazza a San Pietroburgo, in Russia.

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Valery Melnikov, nella sua fotografia, rappresenta Azat Gevorkyan e sua moglie Anaik prima di lasciare la loro casa a Lachin, il 28 novembre. Molti armeni hanno lasciato le aree che dovevano tornare sotto il controllo azero dopo la seconda guerra del Nagorno-Karabakh. Il distretto di Lachin è stato l’ultimo (su tre) ad essere abbandonato dall’Armenia.

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Luis Tato ha rappresentato un capo dell’insediamento di Archer’s Post, nella contea di Samburu, in Kenya, mentre cerca di spaventare un enorme sciame di locuste che stanno devastando l’area di pascolo, il 24 aprile. Sciami di locuste hanno devastato vaste aree di terra, proprio quando l’epidemia di coronavirus aveva iniziato a interrompere i mezzi di sussistenza.

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Il 15 aprile conosceremo la foto vincitrice…stay tuned!

https://www.worldpressphoto.org/

 

Articolo di Lia Muzzin e Alessandro Mazzoni

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