L’umanità tocca il Sole

Il 12 agosto 2018, da Cape Canaveral (Florida), la navicella spaziale Parker Solar Probe è stata spedita nell’ignoto del nostro universo con un solo obiettivo: avvicinarsi il più possibile al Sole ed inviare delle immagini da poter studiare. Finalmente, dopo tre anni e qualche mese di perpetua rotazione ellittica intorno alla stella, il 14 dicembre 2021 è riuscita ad entrare nella sua atmosfera, regalandoci puri momenti di storia contemporanea.

Gli studiosi prevedono che nel 2025 la navicella raggiungerà la soglia più vicina possibile al Sole, di circa 3.89 milioni di miglia, il che è impressionante se si pensa che la distanza totale tra il nostro pianeta e la nostra stella è di 93 milioni di miglia. I risultati sono stati diffusi il giorno stesso alla conferenza del American Geophysical Union Fall Meeting di New Orleans e successivamente pubblicati dal Astrophysical Journal. Le prime immagini provenienti dal Parker Solar Probe sono già state condivise in tutto il mondo e noi speriamo siano solo le prime di una lunga serie storica.

Six panels of images taken from inside a coronal streamer. They appear grayish with white streaks showing particles in the solar wind.

Immagini dello spacecraft all’interno della corona solare.

Rispetto all’allunaggio del ’69, questo avvenimento è ancora più rilevante, non solo per la difficoltà dell’impresa, che comprendeva un tratto travagliato e maggiore da percorrere, ma anche per il significato di essa. Il Sole è il fondamento su cui si basano tutti i nostri progetti futuri, l’unica fonte inesauribile di energia che conosciamo: non solo è uno dei due fuochi dell’ellisse che noi percorriamo intorno ad essa, ma si presenta come fulcro dell’esistenza umana e terrestre. Con questo nostro avvicinamento ci siamo posti ad un passo dalla fonte di vita più grande finora mai scoperta. “Non solo quest’impresa ci permette di approfondire le analisi sull’evoluzione del Sole e l’impatto di essa sul nostro sistema solare, ma tutto quello che impariamo dalla nostra stella ci insegna più cose sulle stelle del resto dell’universo” ha detto Thomas Zurbuchen, amministratore della direzione di missioni spaziali della NASA.

infographic showing Parker Solar Probe's distances from the Sun for each of its closest approaches.

L’obiettivo è quello di studiare il più possibile il nostro Sole, dati ancora i tanti fenomeni che avvengono nella sua atmosfera che non sappiamo spiegare. Come l’inspiegabile calore ardente della corona solare che raggiunge gradi 300 volte più alti della fotosfera, oppure il fenomeno del vento solare, che viaggia a velocità supersoniche fuori dalla corona e che distrugge, in alcuni casi, la nostra tecnologia spaziale. “E’ eccitante vedere le nostre tecnologie avanzate riuscire a portare il Parker Solar Probe più vicino che mai al Sole” ha detto Joseph Smith, esecutivo del programma Parker. “Il nostro obiettivo ora è vedere quali scoperte trarrà questa missione con il passare degli anni”. Questo nuovo traguardo ci porta sempre più vicini alla conoscenza dell’universo che ci circonda e, man mano che la nostra tecnologia si sviluppa, si auspica saremo capaci di porre fine a tutti i misteri dello spazio, trovando una risposta anche alla fatidica domanda: siamo soli in questo universo?

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