Cosa significa davvero fare scuola durante una pandemia?

Vi ricordate il sondaggio che abbiamo inviato qualche settimana fa? Ecco i risultati!

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Come potete vedere dai grafici sia i professori che gli alunni – anche se per poco – preferiscono la DDI.

Molti professori la preferiscono perché c’è più interazione umana, al contrario di altri che ritengono che con la DDI ci sia una differenza di livello di attenzione tra gli studenti a casa e quelli a scuola, inoltre riscontrano difficoltà nel programmare le verifiche.

Anche per un buon numero di alunni l’interazione umana è importante e la DDI offre loro la possibilità di un ritorno alla “normalità” che permette una maggiore partecipazione in classe.

D’altro canto, per molti la DDI ha portato ad ansia e stress causati da continui cambi di routine e le perdite di tempo non permettono di sfruttare al meglio le ore di lezione.

Della DAD è apprezzata anche la comodità legata all’assenza dei tragitti casa-scuola.

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È emerso che gli studenti hanno bisogno di più comprensione da parte dei professori e allo stesso modo questi si aspettano un atteggiamento più maturo.

La situazione attuale, che ormai dura da più di anno, è pesante e provoca profondo malessere nella maggior parte degli alunni; infatti, pensano che la scuola si interessi poco o niente della loro salute fisica e mentale.

I motivi sono strettamente legati all’accumulo di interrogazioni e verifiche che si ottiene nella settimana in presenza, mentre gli alunni che sono a casa non vengono considerati.

Spesso capita che alcuni professori finiscano per rubare agli studenti la pausa non lasciando loro la possibilità di riposare tra una lezione e l’altra.

Nonostante le divergenze sia alunni che professori comprendono le reciproche difficoltà.

 

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In media sono state riscontrate delle difficoltà da parte dei professori per l’improvviso aumento dei dispositivi elettronici – circa la metà -, anche se in questo modo hanno avuto l’opportunità di migliorare le proprie competenze digitali.

Sia gli studenti sia i professori hanno risentito dell’alto carico di ore davanti allo schermo che ha portato a malesseri fisici e alla perdita del contatto umano.

Molto spesso l’ambiente scolastico invade troppo quello personale e questo causa disagio.

Nonostante questo sia professori che alunni riconoscono che senza i dispositivi elettronici non si riuscirebbe a portare avanti la scuola anche a distanza.

 

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Come si può vedere nei grafici, in questa situazione la scuola occupa gran parte del tempo libro sia di alunni, sia di professori.

 

Per quanto riguarda le classi prime, gli studenti si sentono poco integrati con la classe perché hanno avuto pochissimi contatti con i compagni dell’altro gruppo e “è come se fossimo due classi accomunate solo da un gruppo su whatsapp in comune”. È emerso anche che “la cosa più straziante è rendersi conto di non sapere nulla sulla nostra scuola: per esempio come orientarci, dove sono le classi dei nostri amici, non conosciamo le classi che ci sono vicine e soprattutto non abbiamo interazione con gli altri studenti”.

 

Anche per le quinte è un periodo particolarmente difficile a causa della maturità.  Lo stato d’animo che prevale è quello dell’incertezza, “Siamo ancora nel buio più totale”.

 

Per concludere vorremmo lasciare alcuni messaggi da parte di studenti …

 

“La scuola deve essere un posto per imparare ma anche un piacere; imparare a gestire i rapporti umani è tanto se non più importante di quelle materie che ora creano preoccupazioni ma che nella vita hanno poco valore in sé”

 

“Sicuramente la situazione è difficile per tutti, alunni e professori, ma credo che la stiamo gestendo abbastanza bene. Rimane sempre il problema della settimana in presenza piena di interrogazioni e verifiche, dove non si ha neanche un giorno per respirare. La settimana in cui si è a casa, invece, si ha poco o nulla da fare e i prof non ti calcolano molto. Rimangono comunque i problemi di connessione per la rete, computer che non vanno, l’audio che non va”

 

“Cari professori, siamo umani e non dei robot, per questo vi chiedo di alleggerire con i compiti, verifiche ecc., di risultare più disponibili e pazienti, e cercare di aiutarci, possibilmente non rendendoci la vita più pesante. Siamo adolescenti, abbiamo già i nostri problemi personali, se vi ci mettete anche voi con i problemi scolastici, non vi stupite se notate gli studenti con poca energia, infelici e molto stanchi durante le vostre lezioni”

 

“Il mio consiglio/messaggio a tutti coloro che stessero leggendo questo scritto è che nonostante le difficoltà maggiori, le quali possano essere verifiche o problematiche familiari, bisogna andare avanti e combattere!”

 

“Non siamo nati su questo mondo per approfittare degli altri o di mollare alla prima volta o ancora di essere menefreghisti riguardo all’orrore del nostro pianeta, includendo sia umani che animali; noi siamo qui per vivere ed aiutarci, e se anche sembra che il fato ce l’abbia con noi, bisogna proseguire e a volte buttare giù i bocconi amari che la vita ci impone”

 

“Il Covid-19 ha reso la vita un inferno, ma ciò non toglie che noi potremo trasformare questo inferno in paradiso. La scelta sta a noi. Ciò che con questo messaggio volevo infondere è che nonostante le difficoltà e le cattiverie della realtà, abbiamo il dovere di reagire e di continuare a proseguire, anche per coloro che non ci sono più per via del menefreghismo degli altri”

 

… e professori!

 

“Occorre resistere e certamente anche questa prova di vita sarà superata con successo!”

 

“Resistete e sfruttate fino in fondo le vostre potenzialità, non abbattetevi e continuate a studiare anche durante la settimana a casa, quindi anche quando non avete la pressione della settimana in presenza”

 

“Condividete con i vostri professori e i vostri genitori paure e ansie.Non tenete tutto dentro di voi”

 

“Riflettere di più sul loro stare a scuola, non studiare solo per i voti e vivere l’esperienza scolastica con più serenità”

 

“Essere responsabili, collaborativi e sinceri con i propri docenti, i problemi si affrontano insieme, non si deve fare finta che non ci siano, ma non si deve nemmeno drammatizzare”

 

“Essere propositivi perché ci troviamo in una fase di cambiamento e ciò che è nuovo per loro è nuovo anche per noi. Pertanto, se avessero qualche suggerimento o se dovessero notare difficoltà di parlarne con noi, perché il confronto e il dialogo portano sempre a miglioramenti. E noi tutti abbiamo tanto da imparare”

 

“Non lasciarsi sconvolgere e demoralizzare dall’attuale situazione: le difficoltà, le situazioni di crisi fortificano lo spirito dell’uomo e insegnano a fronteggiare i problemi e trovare soluzioni”

 

 “Tenete duro e date sempre il meglio di voi, non per i proff. ma per voi stessi”

Articolo di: Lamghali Lamyae, Lucini Paioni Chiara, Manzoni Martina, Muratori Sofia, Traversa Alice

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