NESSUNO E’ TROPPO PICCOLO PER CAMBIARE IL MONDO: AGENDA 2030

Avete mai sentito parlare dell’Agenda 2030?

L’agenda 2030 è l’insieme degli obiettivi che l’ONU si propone di raggiungere per lo sviluppo sostenibile, per salvaguardare il pianeta e per un mondo più giusto.

Tra i 17 obiettivi stabiliti sono importanti quelli relativi alla povertà, istruzione, uguaglianza di genere, tutela dell’ambiente, produzione sostenibile, crescita economica, energia pulita e accessibile, acqua pulita, miglioramento della vita marina e terrena e lotta contro i cambiamenti climatici.

L’adozione dell’agenda 2030 potrebbe essere molto proficua e vantaggiosa poiché le sue finalità mirate a porre fine alla povertà e alla fame nel mondo, a lottare contro l’ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici e a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani, rappresentano una vera e propria “Bussola” per porre l’Italia e il mondo su un sentiero sostenibile. In più, potrebbe essere una sollecitazione e un incentivo per aprire gli occhi al mondo che ci circonda ed evitare gli sprechi di cibo per cui le persone in paesi più poveri muoiono.

I dati e le statistiche del cibo sprecato parlano chiaro: 1,3 miliardi di tonnellate di cibo perso (e a livello globale questo cibo sprecato vale 750 miliardi di euro all’anno con cui potremmo ipoteticamente nutrire 690 milioni di persone che soffrono la fame, di cui solo il cibo attualmente perso in Europa potrebbe nutrire 200 milioni di persone!)

Inoltre, solo gli italiani, gettano ogni anno nella spazzatura 65 Kg di cibo pro-capite. Basti pensare che solo nelle mense scolastiche un terzo del cibo finisce in pattumiera, soprattutto frutta e verdura.

Ciò che mi suscita davvero molto dispiacere ma al tempo stesso grande rabbia è che viviamo ancora in una società in cui prevalgono l’egoismo e l’individualismo.

Spesso si fanno appelli di aiuto o pubblicità in cui si invitano tutte le persone a non sprecare il cibo, l’acqua, la corrente elettrica che abbiamo a disposizione, ricordando tutti quei bambini costretti a lavorare alla ricerca di cibo e impossibilitati ad andare a scuola, a quanti ragazzi, adulti e anziani muoiono affamati, malati e indeboliti. Ma la gente recinge gli occhi, sigilla le orecchie, si rende cieca a qualsiasi tipo di problema che non la riguarda, che non la sfiora. E continua a vivere la propria vita serena, riducendo a rifiuto tutto ciò che non appare essere di suo gradimento. Quindi, affinchè entro il 2030 si raggiunga l’obiettivo di porre fine alla fame del mondo, sicuramente tutti noi dovremmo attivarci, poiché nessuno è troppo piccolo per cambiare il mondo.

Spreco e perdite alimentari, però, non sono la stessa cosa: i food losses sono le perdite alimentari che si riscontrano durante le fasi di produzione agricola, post-raccolto e trasformazione degli alimenti, mentre i food waste sono gli sprechi che si verificano nell’ultima parte della catena alimentare (distribuzione, vendita e consumo finale).

Alcuni esempi di perdite alimentari sono dovuti alla raccolta (cibo commestibile lasciato nei campi, cibo mangiato dai parassiti, tempi di raccolta non ottimali oppure ancora prodotti danneggiati durante la raccolta), o alla trebbiatura, alla perdita di qualità e quantità durante l’essiccazione. Inoltre vi sono anche alcune infrastrutture di trasporto inadeguate!

Gli sprechi alimentari invece possono essere dovuti a delle contaminazioni, o a degli imballaggi inappropriati, danni durante il trasporto, cattiva conservazione di cibi, cattiva gestione delle scadenze, oppure ancora sovradimensionamento degli acquisti.

Una soluzione per non sprecare il cibo potrebbe essere una destinazione migliore del cibo buttato. Per esempio pizzaioli e panettieri si impegnano a donare il pane e alimenti gastronomici invenduti nell’arco della giornata ai meno abbienti. In questo modo si evitano sprechi e si aiuta chi è in difficoltà.

L’agenda 2030 inoltre, è un’agenda universale, di conseguenza, mentre alcuni paesi si trovano a lottare contro la fame, altri sono impegnati al contrario nella lotta contro l’obesità e nell’adozione di un’alimentazione salutare.

E nel continuo processo di adattamento, l’uomo sembra aver dimenticato il rispetto della natura e ogni giorno recepiamo informazioni e notizie spaventose di eventi sempre più catastrofici. Secondo alcuni studi la temperatura terrestre è in forte aumento e questo comporterebbe scioglimento dei ghiacciai, surriscaldamento degli oceani, avanzamento della desertificazione. Ora ci chiediamo: perché non si parla più tanto di queste problematiche? Perché continuiamo a distruggere e a rovinare il nostro mondo? Iniziative come Fridays For Future hanno riportato all’attenzione temi fondamentali e urgenti ma bisognerebbe mettere in evidenza azione concrete che dovremmo realizzare nel futuro prossimo. Stiamo infatti consumando più risorse di quelle che la Terra riesce a rigenerare e credo non ci sia più un minuto da perdere e che l’unica strada possibile sia quella di aumentare la consapevolezza di questa emergenza e contribuire attivamente ognuno dando il proprio contributo.

L’agenda 2030 infatti ha, come detto precedentemente, un obiettivo principale: lo sviluppo sostenibile, cioè una via alternativa di evoluzione della società che tenga però conto delle necessità dell’ambiente.

Anche Papa Francesco ha toccato più volte l’argomento dell’Agenda e dei suoi obiettivi, affermando di accogliere con favore la proposta dell’Agenda 2030 e che è importante l’inclusione e l’ascolto di tutte le voci e specialmente di quelle emarginate da questo tipo di discussioni, come quelle dei poveri, dei migranti, degli indigeni e dei giovani.

Solo così potremo rispondere al grido della Terra e al grido dei poveri.

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