Siamo tutti legati a una certa iconografia del Natale grazie ad anni di pubblicità e di favole Disney che hanno ritratto un Natale con le case coperte da metri di neve bianca e splendente dove poi per il camino scenderà Babbo Natale con le guance tutte rosse, senza contare che l’arrivo del Natale ci ricorda sciate in montagna e tavole imbandite di cibo.
Il superamento delle soglie di temperatura dei 2°C non farebbe passare solo a Venezia il Natale sott’acqua ma a tutta la costa dell’Alto Adriatico.
Il Natale non sarà più come nelle favole Disney e potremmo seriamente trovare un Babbo Natale in pantaloncini corti se non riduciamo l’emissione di gas serra prodotti dall’utilizzo di combustibili fossili.
Il clima cambia, dovremmo cambiare anche noi.
La giovanissima ambientalista Greta Thunberg grida: “La gente sta morendo e soffrendo per questa emergenza climatica, non possiamo aspettare ancora!”
Il tempo che ci rimane dal punto di non ritorno si restringe sempre di più, eppure le risposte non si sono ancora fatte sentire, siamo nell’inerzia totale.
Stiamo tutti annaspando per far capire che il mondo è anche il nostro, che il futuro è il nostro, che noi abbiamo il diritto di vivere come ce l’hanno avuto tutti gli altri.
Non basta l’esempio di Greta che viaggia da un capo all’altro del pianeta.
Infatti ha intrapreso un viaggio in mare, partendo dal Regno Unito per arrivare a New York e partecipare alla conferenza sul clima, e solo dopo 15 giorni con una piccola barca a vela e sette persone specializzate ha raggiunto terra.
Ha dovuto poi ripartire, stavolta per la Spagna, per partecipare all’incontro di Madrid con la Cop25 (conferenza ONU sul cambiamento climatico).
Quest’ultima però non è andata come si sperava, infatti non è stato preso nessun accordo ed è stata rinviata all’anno prossimo.
Quello di Madrid è stato un fallimento, ma Greta non si fermerà qui; ha appena iniziato e noi con lei.