Marco Restelli parla ai redattori di Omnia
“In una piccola isola sperduta nel Pacifico, una tribù viveva serenamente. Per necessità pratiche, aveva una lingua molto semplice, essenziale, priva di aggettivi, numeri oltre al trenta, metafore… . Un giorno videro all’orizzonte l’arrivo di una flotta gigantesca di navi. Il consigliere avvertì immediatamente il re, ma sorse un problema: non riusciva ad esprimersi; non poteva raccontare ciò che aveva visto, perché gli mancava il concetto di numerazione per numeri così grandi. Non riuscendo quindi a comunicare, non poterono organizzare una resistenza e furono sconfitti dagli invasori.”
Una conoscenza lessicale ricca è importante per sviluppare la nostra mente, soprattutto ora che il nostro modo di esprimersi si sta impoverendo. Questo è ciò ha cercato di far capire Marco Restelli alla redazione di Omnia. È solo grazie al linguaggio che siamo diventati una società evoluta, sia nelle scienze che nella filosofia e nel pensiero. Spesso abbiamo bisogno di un lessico molto ampio per esprimere tutto ciò che proviamo e che pensiamo. Se un individuo ignora il significato delle parole, non potrà mai sviluppare un’ emotività relativa ad esse ed un’acuta sensibilità, ma potrà provare solo le emozioni più elementari.
Marco Restelli è un giornalista che da 30 anni si occupa del rapporto tra l’Italia e i Paesi asiatici. Ha accettato il nostro invito a spiegare le fondamenta del vero giornalismo e tutte le regole che deve seguire il buon giornalista. Come già riportato prima ha anche spiegato l’importanza di un ampio lessico e la trasformazione del giornalismo da quando era un giornalista in erba ad oggi.
I “segreti” per una buona scrittura che vogliamo riportare sono: separare i fatti dalle opinioni, rendere le informazioni semplici da assimilare e seguire la famosa regola delle 5W (what-why-when-where-who).
Articolo di Yara Amigoni e Martina Manzoni
Un articolo che riesce a giungere in poche righe al cuore di una questione importante: avere e mantenere, come società, un lessico ricco. Perchè esso è come un ecosistema fatto di richiami e interdipendenze, dove tutto ciò che esiste si alimenta dell’esistenza di tutto il resto; dove ci sono regole, ci sono i DO e i DON’T e dove tutto (compresi i neologismi e gli anglicismi), prima di essere accettato o scartato, viene almeno provato.