Viaggio attraverso gli scacchi: storie di re e di uomini

Un’epica battaglia vista dall’alto: soldati, cavalieri, re e regine si scontrano su un campo impregnato dal sangue dei caduti, sacrificati per ottenere la vittoria.
I due schieramenti si osservano, cercano aperture per ingannare il nemico, per ribaltare una guerra che già pare segnata.

 

Foto realizzata dall'alunna Lia Muzzin

Foto realizzata da Lia Muzzin

Gli scacchi sono stati considerati a lungo un passatempo noioso, per nulla interessante e poco allettante per i giovani; ma grazie alla serie La regina degli scacchi, disponibile in streaming su Netflix, il gioco è stato riscoperto da moltissime persone.

Gli scacchi possono sembrare soltanto un gioco di divertimento, ma per vincere una partita abilità e strategia sono fondamentali.

Le regole sono apparentemente semplici: due giocatori hanno a disposizione 16 pezzi, ognuno con particolari caratteristiche, il loro obiettivo è bloccare il re nella posizione di “scacco”.
Quest’ultimo è il pezzo più importante e allo stesso tempo anche il più debole, perché bisogna proteggerlo accuratamente dagli attacchi dell’avversario.

Ma come è nato questo gioco, e come è arrivato a noi oggi?

Secondo la leggenda il gioco sarebbe nato in India nel VI secolo, creato da un mercante per divertire un principe che era in lutto per il figlio, morto in battaglia.
Il principe rimuginava continuamente su come avrebbe potuto vincere la guerra senza sacrificare il proprio figlio.
Promise di esaudire ogni richiesta di colui che, salvandolo da quello stato di perenne malinconia, sarebbe riuscito a divertirlo.
Il gioco che portò il mercante appassionò il principe: una piccola simulazione di guerra, dove vincere senza sacrifici era quasi impossibile.
Al mercante fu quindi concesso un desiderio, e lui, riferendosi alla scacchiera, chiese che gli fosse dato un chicco di grano per la prima casella, due per la seconda, quattro per la terza, otto per la quarta e così via.
Dietro questa richiesta si celava però un inganno: facendo i conti, il grano che il mercante chiedeva corrispondeva ad una quantità enorme!
Secondo una prima versione il mercante venne giustiziato per aver tentato di ingannare il principe, stando invece alla seconda, ritrasse la richiesta, che serviva solo da insegnamento, e così fu premiato per il suo ingegno e diventò amministratore del regno.

Leggende a parte, gli scacchi sono nati come una simulazione “pacifica” di uno scontro tra due eserciti, si è diffuso con il nome di “chaturanga” “quattro divisioni” in allusione ai 4 elementi che componevano l’esercito indiano: fanteria, cavalleria, elefanti e carri.

La locuzione scacco matto deriva dalle parole persiane Shah Mat “il re è morto” (lo stesso nome “scacchi” deriva dalla parola shah, “re”).

Il gioco si è poi evoluto in varie forme nelle diverse regioni asiatiche e occidentali.
È in Europa però che assunse le caratteristiche attuali: nel Medioevo, attorno al 1000 d.C., iniziò a far parte dell’educazione di corte, usando i pezzi come un’allegoria delle diverse classi sociali.

I pezzi non sono sempre stati così come li conosciamo oggi.

Nel XV secolo in Italia e in Spagna furono fissate le prime regole, che furono definite nel XIX secolo: l’alfiere sostituì l’elefante, che in arabo viene chiamato al-fil, la torre il cammello, mentre la regina fu introdotta solo nel 1500 al posto del visir.
Gli intensi studi realizzati sugli scacchi ne favorirono la diffusione.
Iniziarono così ad essere scritti trattati che analizzavano le mosse di apertura e di chiusura più comuni, fino ad arrivare alla pubblicazione del primo manuale completo sulla teoria degli scacchi nel 1843.
Con l’Illuminismo il gioco si spostò dalle corti reali ai caffè e venne considerato come espressione di creatività.
Ma con l’emergere di competizioni formali alla fine del XIX secolo, l’effetto drammatico cedette il posto al calcolo strategico.

Nel 1924 nacque la Fide, che ancora oggi organizza le Olimpiadi e i campionati mondiali degli scacchi.

Defeating the World Chess Champion | Mastering the Game | Computer History Museum

Grazie allo sviluppo tecnologico è diventato possibile sfidare intelligenze artificiali, che spesso sono riuscite a battere campioni internazionali: sebbene il primo programma di computer per giocare a scacchi sia stato sviluppato nel 1951 da Alan Turing, il primo computer in grado di sconfiggere un campione in gara fu Deep Blue, nel 1997.

 

Partita a Scacchi Viventi a Marostica | Thermae Abano Montegrotto

La più nota manifestazione italiana legata al gioco si tiene a Marostica, dove dal 1454 si replica una partita famosa e già disputata utilizzando personaggi umani.

 

Nonostante la maggior parte dei giocatori che si scontrano nei tornei mondiali sia di sesso maschile, ci sono anche alcune donne di grande talento come la giocatrice Judit Polgár, che è diventata un grande maestro all’età di 15 anni: un record mondiale.

Secoli dopo la sua creazione, questo gioco da tavolo sta ancora suscitando molto interesse.
Da simulazione di guerra a gioco da tavolo più venduto dell’anno: gli scacchi continueranno ad evolversi attraverso i tempi.

 

Chiara Cardella, Giorgia Gattella e Marta Mirani

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