Dante πολύτροπος

Dante Alighieri morì il 14 settembre 1321, eppure l’Oltretomba descritto nella sua Commedia continua a condizionare ancora oggi la nostra idea di Aldilà.

Nel giorno in cui inizia il suo viaggio attraverso l’Inferno, riscopriamo qualcosa della sua immortale figura:

IL DANTE CHE CONOSCI…

Dante degli Alighieri nacque a Firenze tra il 24 maggio e il 13 giugno del 1265.

La Firenze di Dante fu una città continuamente scossa da numerosi scontri tra ghibellini e guelfi, a loro volta divisi tra guelfi bianchi e guelfi neri.

Nel 1285, per volere della famiglia, si sposò con Gemma dei Donati, nonostante l’amore della sua vita fosse, come tutti sappiamo, Beatrice dei Portinari: infatti fu lei la musa delle Rime (componimenti redatti in età giovanile) e della Vita Nova e sarebbe poi stata la protettrice di Dante per tutto il viaggio della Commedia e infine guida nel Paradiso.

Nel 1295 Dante entrò in politica ricoprendo diversi incarichi e si schierò con i guelfi bianchi, che rifiutavano l’intervento del papa nel governo della città.

Mentre si trovava a Roma per il Giubileo del 1300, il partito dei guelfi neri prese il sopravvento: Dante venne accusato di corruzione e costretto a pagare una ammenda, ma non presentandosi davanti ai giudici, per evitare la condanna a morte, dovette partire in esilio.

Gli anni successivi, resi dolorosi dalla nostalgia di Firenze, dai tentativi di farvi ritorno sempre falliti e dal continuo spostarsi di città in città, furino anche anni di intensa attività: Dante si impegnò nella stesura di vari trattati in latino (De Vulgari Eloquentia, De Monarchia) e in volgare (Convivio), lavorando intanto alla sua più grande opera: la Commedia.

Il Sommo Poeta morì il 14 settembre 1321 a Ravenna, dove ancora oggi sono conservate le sue spoglie: in un certo senso, il suo esilio non è mai finito.

…E QUELLO CHE NON TI ASPETTI 

Avete mai pensato che Dante, il Sommo Poeta, potrebbe essere paragonato per certi versi all’accorto Odisseo?

Spesso si è abituati a paragonare l’eroe greco ad Ugo Foscolo, poeta vissuto a cavallo tra ‘700 e ‘800 che venne esiliato dalla sua amata terra e per questo paragonato ad Odisseo che dovette stare lontano dalla sua patria per venti lunghissimi anni (rimando al sonetto A Zacinto), in realtà però Dante è molto più simile all’eroe per più ragioni.

Dante, come anche Foscolo, venne esiliato dalla sua città natale e non potette più ritornarci, ma ciò che più di tutto va a rendere il poeta così simile ad Odisseo è che entrambi possono essere considerati due uomini πολύτροποι, multiformi, dal versatile ingegno; inoltre entrambi furono animati da una grande passione per il sapere, anche se però Dante condannò Odisseo proprio per la sua folle e smisurata smania di conoscenza che lo portò a superare i limiti imposti da Dio, ed un immenso amore per la donna che amavano e che, sebbene per diverse ragioni, non potevano vedere: la Beatrice di Dante infatti era purtroppo morta a soli venticinque anni, mentre la Penelope di Odisseo si trovava ad Itaca mentre suo marito vagava per tutta la Grecia bramoso di tornare a casa.

Ma come facciamo a dire che Dante sia un uomo πολύτροπος?

Dante non è solo il Sommo Poeta, Dante è un letterato, è un intellettuale, è un politico, è un linguista, è un uomo dei suoi tempi. Dante è colui che nella sua giovinezza sperò di “dicer di lei quello che mai non fue detto d’alcuna” (Vita Nova, XLII) e riuscì poi a farlo in una delle più grandi opere di tutti i tempi quale è la Commedia, a cui Boccaccio ha in seguito attribuito l’aggettivo “Divina”. Dante è il padre della lingua italiana, ma non solo grazie alla sua più grande opera: in quasi ogni opera infatti, oltre a dedicarsi all’approfondimento di uno dei suoi interessi, mise in risalto il suo amore per il volgare e lo rese più raffinato e, come una lama che viene forgiata e affilata solo grazie all’esperienza della mano di un fabbro, Dante, dopo aver studiato e sperimentato a lungo diversi stili linguistici, “forgiò” quello che avrebbe poi chiamato “volgare illustre”, che definì attraverso la metafora della pantera che “spande dovunque il suo odore ma non appare in nessun luogo” (De Vulgari Eloquentia, libro I, capitolo XVI).

Ci sarebbe ancora moltissimo da dire, come per esempio il fatto che Dante per primo rese la Filosofia accessibile agli illetterati che non conoscevano il Latino, oppure si potrebbe stare a parlare per ore intere dell’incredibile Aldilà che ideò nella sua celeberrima opera quale è la Commedia, ma questo, per quanto possa farci piacere parlare del grande poeta, è soltanto un articolo che ha l’intento di ricordare e celebrare il genio di Dante nella giornata a lui dedicata.

FESTEGGIA IL DANTEDÌ!

Ricordiamo l’appuntamento su Rai 1, stasera alle ore 19:15, con Dantedì: l’evento, condotto da Serena Bortone, vedrà la partecipazione del Presidente della Repubblica e altri esponenti istituzionali. Roberto Benigni leggerà dei passi della Divina Commedia.

Su Rai 3, alle ore 21:20, verrà riproposta l’interpretazione del quinto canto della Divina Commedia di Roberto Benigni.

Infine…

“3Day(GIORNI), in 3Dimensioni social, con 3Dotti studiosi, tutti insieme per CELEBRARE IL SOMMO POETA.”

Così il Progetto Alfa ci presenta il “DANTE3d”, con la promessa di rivelarci aspetti di Dante ancora sconosciuti.

Le conferenze avverranno in streaming, e sarà possibile seguirli collegandosi alle pagine del Progetto Alfa via facebook (@ProgettoAlfaOfficial,) Instagram (progetto.alfa) o Youtube (Progetto Alfa).

Oggi alle ore 17.00 durante l’incontro “Dante tra Amore e Conoscenza” verrà intervistato Massimiliano Zaino, il 26 marzo alle ore 18.00 durante “Dante raggio divino” Pierfranco Bruni e infine il 27 marzo alle 17.00 durante “Le segrete cose: il l Dante eretico” Maria Soresina.

Non potete partecipare? Nessun problema! Potrete comunque rivedere e riascoltare i contributi attraverso le registrazioni degli interventi che rimarranno disponibili sulle piattaforme on-line.

con il contributo di Amigoni Yara, Cardella Chiarae Gattella Giorgia

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