Buoni o cattivi?

  • Il 3 Ottobre è uscito nelle sale italiane il tanto atteso ”Joker”, una sorta di prequel dei film del supereroe Batman. Già esistente sotto forma di fumetto, la biografia dell’antagonista più bizzarro è stata resa nota ai più grazie al film diretto da Todd Philips. Tuttavia, se volete conoscerne la trama, siete nel luogo sbagliato, perchè la tematica che andremo ad affrontare riguarda ben altro, ma Joker ne è senz’altro l’esempio più calzante.

Fin da bambini ci insegnano a distinguere la destra dalla sinistra, il bianco dal nero e il bene dal male. Ma che fare quando questi due opposti si mischiano l’un l’altro? Ecco che ci viene in aiuto Joker, antagonista per eccellenza, uomo crudele e senza scrupoli, che uccide solo per il gusto di farlo, pazzo, strano, ma soprattutto nemico dei buoni. Ma chi sono esattamente i cosiddetti ”buoni”? In questo caso Batman, ma anche Batman non è certo un santo. Anche lui sbaglia e commette errori, semplicemente perché è umano. E Joker non è anche lui umano? O il suo ruolo di antagonista non lo rende tale? Niente affatto, Joker è umano proprio come noi. La sua storia è travagliata, terribile, stracolma di lacrime e sogni mai realizzati. La sua reazione a tutto questo è dapprima indignazione, poi rabbia che sfocia in pazzia e nascita di un desiderio di vendetta e dalla vendetta la violenza è scontata.

Il fatto curioso in tutto ciò è lo stereotipo che la società ci impone. Parlo per esperienza personale: la prima volta che ho visto il film di Batman, il personaggio di Joker non mi ha destato interesse, lo vedevo troppo distante da me e forse doveva farmi anche un po’ paura. Ma adesso, a distanza di anni, assistendo ad una storia che mostra il lato buono degli antagonisti e quello cattivo dei protagonisti, mi accorgo che sono stata cieca a non vedere le ragioni di Joker, a non vedere il suo dolore. Mi rendo conto di essere più simile a lui che a qualunque altro personaggio, buono o cattivo che sia, probabilmente non sarò la sola pensarlo.

Posso dunque affermare che i punti da cui osserviamo il mondo sono importanti e fanno la differenza tra un giudizio negativo e uno positivo. Non mi considero quindi in grado di giudicare, ma solo di comprendere.