Primo Levi Occupato: la protesta si sposta in Provincia

Nei giorni 7-8-9 Aprile 2022, gli studenti del Liceo Primo Levi di San Donato Milanese hanno deciso di prendere parte alla mobilitazione di massa che da Gennaio sta coinvolgendo molte scuole del territorio Nazionale.

Gli studenti, infatti, dopo aver istituito un Collettivo, hanno organizzato un’occupazione che li ha resi protagonisti di un percorso volto al cambiamento del sistema scolastico odierno, diventando così la ventisettesima scuola ad aver occupato e la prima della provincia ad essersi mobilitata.

Dopo anni di DAD, in cui i ragazzi si sono visti privare di socialità ed esperienze di vita, il ritorno a scuola ha evidenziato tutte le problematiche di un sistema ormai degradato che non rispecchia più i bisogni e gli ideali di questa generazione. Socialità, fondi, benessere psicologico, commissioni paritetiche e riforma dei pcto (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento; ex alternanza scuola-lavoro), sono solo alcune delle rivendicazioni presentate al preside e ai professori.

“Un sistema scolastico a misura di ragazzi, a misura di studenti, a misura di esseri umani” “Una scuola dove fare i compiti, avere abbastanza voti e finire il programma non siano più importanti di imparare a seguire i nostri sogni e le nostre idee” “una serie di spazi dedicati agli studenti […]. Dei momenti di socialità come ad esempio l’intervallo. Degli insegnanti più disposti al dialogo e più sensibili alle problematiche personali […]”; queste sono solo alcune delle risposte dateci dagli studenti occupanti che hanno vissuto questa occupazione come “un momento di riappropriazione della scuola, che ho sentito come un posto su misura per me, fatto per imparare in serenità, ma anche per divertirsi e socializzare; un posto dove esprimere liberamente la propria opinione e dove ridere e divertirsi senza timori […]” “Ci alzavamo la mattina con il sorriso pronti a vivere la scuola e non a subirla”, ci dice una studentessa di 17 anni. I ragazzi quindi hanno dimostrato a se stessi e ai professori di essere in grado di gestirsi e di far valere i propri interessi e le proprie idee, tutelandosi grazie al servizio d’ordine e imparando senza ricorrere per forza ad un sistema di didattica frontale, ma anzi, istituendo tavoli di lavoro durante i quali hanno trattato temi di attualità o di loro interesse. “Sono stati molto utili e interessanti e soprattutto li ho vissuti in maniera completamente diversa da come vivo le lezioni a scuola tutti i giorni. Sono stati per me un apprendere con leggerezza, con tranquillità, con passione.”; afferma una studentessa di 16 anni. Nonostante l’intervento dei carabinieri, la mancata presenza della DIGOS, che non ha permesso ai ragazzi di avere un dialogo di tipo politico con persone di competenza, e le minacce di provvedimenti disciplinari e legali, gli occupanti non si sono dati per vinti e hanno continuato imperterriti a occupare per sostenere le proprie cause, nella speranza che tutte le loro voci possano contribuire al cambiamento di un sistema che non funziona e che sono gli studenti stessi a rifiutare.

In qualunque modo possa evolversi la situazione, una cosa è certa: questi ragazzi porteranno per sempre dentro di loro la consapevolezza “che le cose possono cambiare quando qualcuno ha il coraggio di dire “no”, quando qualcuno ha la forza di prendersi carico dei problemi e di lottare in prima fila per un futuro migliore, quando si ammette che qualcosa non va e ci si impegna per raggiungere quel futuro migliore che tanto si desidera. Ma soprattutto la forza, il coraggio e la determinazione di portare avanti questa lotta, perché questa occupazione è stata solo l’inizio” commento fatto da una studentessa di 17 anni, portavoce del pensiero collettivo di tutti gli studenti occupanti.

Articolo di Mirta Pedrotti e Anna Giuliani

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