Il 5 dicembre 2019 il nostro Liceo ha avuto l’onore di ospitare Gioele Dix, noto attore, autore, comico e regista milanese. Gioele Dix è venuto nella nostra scuola per rendere omaggio a Primo Levi, in occasione del centenario della sua nascita, avvenuta il 31 luglio di cento anni fa, nel 1919.
L’attore ha letto e interpretato alcuni brani di Primo Levi spiegandoci anche il modo con cui l’autore scriveva, cioè ha parlato dell’oggettività e della freddezza sempre presenti nei testi del chimico torinese.
Per ricordare Primo Levi, Gioele Dix ha letto delle pagine scelte anche tra testi poco noti al grande pubblico come “L’altrui mestiere”, “La chiave a stella” e il racconto “La grande mutazione”. Ovviamente non è mancato il tributo allo scrittore torinese come testimone e vittima dell’Olocausto degli Ebrei, infatti l’attore ha letto alcune pagine tratte da “I sommersi e i salvati”: si tratta di testi che ancora oggi turbano le coscienze e fanno riflettere.
Gioele Dix ha raccontato che, negli anni poco prima della Seconda Guerra Mondiale, esisteva una campagna denigratoria antisemita che criticava le usanze degli Ebrei, a volte troppo conservatrici.
Gli Ebrei erano malvisti perché spesso ricoprivano ruoli di prestigio (come letterati, banchieri, professori…) che si riteneva dovessero essere destinati alla popolazione di “razza ariana”.
Questo fece sì che l’odio nei loro confronti aumentasse a dismisura anche per il fatto che la loro comunità era molto chiusa e non permetteva loro di mescolarsi con il resto della società.
Durante l’incontro Gioele Dix ha raccontato del rapporto speciale che aveva con il padre, il quale gli narrò la storia della sua famiglia, che fu perseguitata dalle leggi razziali e fu costretta ad abbandonare l’Italia per trovare rifugio in Svizzera.
Alla domanda sul perché è importante continuare a parlare della Shoah al giorno d’oggi, l’attore ha sottolineato: “Tenere viva questa memoria è utile se non necessario per non perdere l’abitudine a indignarsi e rompere il muro dell’indifferenza”. Infatti la maggior parte delle cose gravi avvengono nell’indifferenza delle persone: chi gira la testa dall’altra parte ha una fetta della responsabilità di quanto avvenuto.
Tutti i sopravvissuti volevano dimenticare o evitavano di raccontare ciò che era accaduto nei campi per la paura comune a tutti loro di non essere creduti. Lo dice molto bene Primo Levi nel libro “Se questo è un uomo”: “Succedeva di tornare a casa, raccontare tutto ed essere presi per matti”.
Gioele ha chiuso l’incontro ringraziando di essere stato invitato e ha detto: “Spero di avervi toccato parlando della storia di questo signore, al quale è intestata la vostra scuola nella quale passate gran parte delle vostre giornate, che ha saputo raccontare la Shoah attraverso la letteratura con intelligenza, grazia e profondità , benché la vita non sia stata inizialmente così gentile con lui”.
È sicuramente importante conservare la dignità, la forza, l’intelligenza e il rispetto di sé e degli altri anche se prendi dei “grandi schiaffoni in faccia”.
In tempi come quelli che stiamo vivendo, che vedono rinascere razzismo, intolleranza e antisemitismo, la lettura di Primo Levi è molto importante.
Ovviamente sta a noi scovare attraverso queste storie un paragone con i fatti attuali e chiederci: “Quando tutto questo sarà finito?”.
Erica Calamoneri e Elisabetta Morini
bravissima Erica, mi sorprende constatare quanto sei diventata grande, fisicamente e dentro.
Sono contenta che abbiamo molte letture in comune. Adesso che conosco il sito della tua scuola, mi collegherò spesso per avere indirettamente contatti con te. Buono studio e continua a crescere bene.
Un abbraccio grande