Disumanità dell’uomo

Disumanità dell’uomo

 

Mi hai teso una rosa

e mi hai detto: voliamo.

Che fosse già stato deciso

lo avrei capito dopo,

quando a terra gridavo e imploravo.

Le tue mani senza cura

stringevano la mia pelle

disfatta in mille sfregi

per sfuggire al tuo tocco bestiale.

 

tuoi: gli occhi infuocati di disumana smania,

le braccia serrate e feroci,

le mani come chiodi nella mia pelle.

 

mie: le lotte strazianti e mute,

le grida di un’isterica repulsione,

le membra molli e arrendevoli.

 

Prendi il mio corpo perché ne hai la forza,

ma cerca la mia anima e ne avrai solo la scorza.

 

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