Disumanità dell’uomo
Mi hai teso una rosa
e mi hai detto: voliamo.
Che fosse già stato deciso
lo avrei capito dopo,
quando a terra gridavo e imploravo.
Le tue mani senza cura
stringevano la mia pelle
disfatta in mille sfregi
per sfuggire al tuo tocco bestiale.
tuoi: gli occhi infuocati di disumana smania,
le braccia serrate e feroci,
le mani come chiodi nella mia pelle.
mie: le lotte strazianti e mute,
le grida di un’isterica repulsione,
le membra molli e arrendevoli.
Prendi il mio corpo perché ne hai la forza,
ma cerca la mia anima e ne avrai solo la scorza.