Chi è Giuseppe Costanza?

Giuseppe Costanza fu per anni l’autista di Giovanni Falcone ed è testimone della strage di Capaci del 23 maggio 1992. Il primo incontro con il giudice antimafia avvenne nel 1984; in quell’occasione gli fu chiesto se fosse disponibile a fargli da autista. È sopravvissuto all’attentato per una serie di casualità, che fecero in modo che l’esplosione innescata da Giovanni Brusca non coinvolgesse tutte le persone che formavano il convoglio. Ancora oggi non trova spiegazione a quella che lui definisce una “seconda strage”: essere posto in secondo piano durante gli appelli in tribunale e nelle varie commemorazioni dell’attentato. 

Ancora oggi Giuseppe continua a testimoniare la sua esperienza, soprattutto tra i ragazzi, e vive la legalità come una missione di vita. È stato questo il motivo che ci ha spinto a dedicare a lui il presidio che stiamo costruendo all’interno della nostra scuola. Ci è parso ingiusto che venga ricordato meno del dovuto, nonostante invece per noi la sua importanza sia evidente. Anche semplicemente accettando l’incarico di autista di Falcone si è esposto con coraggio ad un rischio enorme e quando, per una serie di casualità, è sopravvissuto, non è stato mai considerato un testimone importante.

Così Giuseppe Costanza racconta ciò che provava quando guidava: “Ci si abitua a convivere con la paura. A spaventarmi di più, però, erano le gallerie nell’autostrada verso Punta Raisi. Ogni volta che entravo in quei tunnel, che mi sembravano infiniti, avevo paura che potesse succedere qualcosa lì dentro”.

Proprio su quella strada, all’uscita dalle gallerie, ci fu la strage di Capaci, che lui ricorda così: “Quel 23 maggio 1992, alle 7 del mattino, Falcone mi chiamò – come sempre, quando doveva organizzare i suoi spostamenti – per dirmi che sarebbe atterrato da Roma all’aeroporto di Palermo alle 17.45. Avvisai anche gli uomini della scorta. A quell’ora, eravamo tutti lì. Il dottor Falcone e la moglie scesero dall’aereo e vennero verso di me, ma mi fecero spostare dal mio consueto posto di guida. La dottoressa Morvillo soffriva il mal d’auto e quel giorno si mise sul sedile anteriore dell’auto. Falcone, che voleva starle accanto, decise di guidare per sedere vicino a lei. Io mi accomodai dietro. Eravamo quasi arrivati allo svincolo per Capaci. La macchina civetta e quelle della scorta erano davanti a noi. Quando a un certo punto successe un’altra cosa insolita. Il dottore mi informò che non si sarebbe fermato a casa, per via di un altro incontro di lavoro subito dopo, e che avrei quindi potuto riprendermi l’auto. Così mentre era alla guida sull’autostrada, estrasse le chiavi dal quadrante e fece per passarmele dietro. «Le tenga», disse. La macchina rallentò di molto, pur rimanendo in corsa (era stato un gesto di scatto, inconsueto) e io sorpreso dissi ad alta voce: «Ma che fa dottore? Così ci andiamo a schiantare». Fu in quel momento che avvenne lo scoppio. La macchina, che per quel gesto aveva perso velocità, si scontrò con meno forza verso il muro dei detriti che nel mentre si era alzato. Fu per questo, e per la mia posizione in auto, che riuscì a salvarmi. Fui l’unico. Da quell’attimo in poi non ho ricordi, fino a quando non riaprii gli occhi in ospedale”.

Evitare l’esplosione però non lo ha salvato da tutto; per quanto a noi sembri un uomo coraggioso e disposto a donare la vita per la legalità, molte persone non hanno compreso la rilevanza della sua figura,  ritenendo invece che, se avesse lui stesso guidato quell’auto, Falcone non sarebbe morto. Riguardo a ciò, questa sua frase ci sembra significativa per comprendere il dolore che Giuseppe prova tutt’ora: “Non sapete quanto mi hanno fatto pesare il fatto che io fossi seduto dietro, se avessi guidato io, lui si sarebbe salvato. Ne sarei stato felice, avremmo avuto un’Italia diversa, perché lui sapeva dove mettere mano”.

Fonti:
https://www.ilsussidiario.net/news/__trashed-61/2344086/
https://www.editorialedomani.it/fatti/giuseppe-costanza-autista-giovanni-falcone-strage-capaci-wzj7hsm4

Scritto da Francesca Delle Grazie, Irene D’Orazio ed Elisabetta Tonti di 4BC

 

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