Non ci avrebbero mai creduto

Il mondo in cui stiamo vivendo, dominato dalla tecnologia, è il frutto di un’enorme progetto ideato negli anni ‘80 e affinato dai millennials che l’hanno visto affiorare e prendere il sopravvento. La partenza di tutto questo è stato il telefono fisso che si poteva utilizzare esclusivamente a casa, poi si è passati ai primi cellulari che si portavano ovunque, ma erano scomodi e molto ingombranti, così si è trovata la soluzione con i cellulari provvisti di tasti e tascabili, e nel giro di pochi anni, sono stati inventati i primi telefoni touch, l’inizio di una nuova era.

Al contrario dei millennials, la generazione “zero”, anche detta generazione Z (coloro che sono nati dopo l’anno 2000), ha avuto meno problemi ad adattarsi alle novità. Questi bambini abituati fin da piccoli a stare davanti a uno schermo e contemporaneamente avere uno smartphone in mano, sono nati in questo mondo già a “pronto impiego” consapevoli dell’arrivo costante di novità.

La cosa strana è che l’idea di un mondo “migliore” è un progetto ambizioso che va avanti da sempre: l’uomo è perennemente insoddisfatto e alza l’asticella sperando di trovare la soluzione ai suoi problemi. Non penso si possa ricondurre un “inizio” a tutto ciò: forse l’invenzione della macchina, della lampadina, ancora prima della ruota, o addirittura dalla scoperta del fuoco… Insomma, non si sa.

Come ben sappiamo però, le novità portano a grandi cambiamenti che stravolgono le vite delle persone, ma a lungo andare i pro e i contro diventano sempre più evidenti. Per esempio: l’invenzione dell’automobile ha permesso a tutto il mondo di potersi spostare liberamente ovunque, ma ha anche contribuito all’inquinamento e quindi al progressivo avvelenamento del Pianeta. E allo stesso modo per la tecnologia: la sua comparsa ha portato la possibilità di contattare persone distanti e vicine, ma ha iniziato a controllare le nostre vite, conoscere i nostri dati, identificarci, ha approfittato della popolarità del Web per far fruttare multinazionali che ci usano come fossimo dei burattini, è nato il cyber-bullismo, la dipendenza dai social media e molto altro ancora.

La tecnologia in generale sappiamo che ha diversi rami, tra cui l’intelligenza artificiale che negli ultimi anni si sta sviluppando sempre di più. Gli apparecchi dotati di questa intelligenza sembrano prendere vita e questo cambia completamente le nostre abitudini: hanno un nome e una voce e tra noi e loro si instaura un legame quasi reale. Ci stiamo avvicinando ad uno scenario dove questi chip di cui sono dotati per risponderci e assisterci, saranno ovunque. L’idea di privacy si sta assottigliando sempre di più, ma con tutte le funzionalità che ci offrono ben pochi riescono a dire di “no” a questo nuovo sistema.

Ormai quasi tutto quello che abbiamo in casa di tecnologico ci agevola la vita e ci siamo completamente affidati a questi apparecchi: chi lava più a mano i panni o i piatti? Chi preferisce comprare l’acqua gasata in bottiglia e trasportare casse pesanti, invece che avere il gasatore in casa? Chi usa più le candele? Chi usa ancora i vecchi MP3 e scarica continuamente le ultime hit, invece di digitare su internet quattro parole? Per non parlare dei vinili… Insomma si potrebbe continuare così per molto. Le nostre vite sono cambiate, ma si può pensare ancora più in grande grazie alle intelligenze artificiali: tra non molto, forse già adesso, tutto ciò che ora ci sembra normale fare sarà in disuso ed assurdo, come usare i vinili. Sarà illogico alzarsi per accendere la luce, perché farlo se basterà parlare perché sia fatto? Stesso ragionamento per le macchine: chi appoggerà più le mani sul volante se basterà nominare la destinazione perché ci si arrivi? Così come potrebbe essere cucinare, pulire, stendere e così via.

Fino ad oggi molti hanno accusato le macchine di aver rubato il lavoro agli operai in numerosi campi. Questa è una verità parziale, ma bisogna pensare che la tecnologia che ha tolto il lavoro a molti, l’ha dato ad altrettanti. Ormai il lavoro duro lo fanno le macchine e gli uomini le progettano, le innovano, le supervisionano, le aggiustano etc… Ci siamo abituati a tutto ciò e nessuno si vede più in un mondo senza tecnologia. Ma se si pensa che fino ad ora ciò che sembrava assurdo era proprio il fatto che le macchine, qualcosa di tecnologico, avessero sostituito l’uomo, tra non molto le intelligenze artificiali faranno lo stesso: “ruberanno” i nuovi ruoli (progettare, supervisionare, aggiustare etc…). E a quel punto, l’uomo che posto occuperà? Sarà colui che sorveglia le intelligenze artificiali, che sorvegliano le macchine? Sembra assurdo, ma stiamo andando in questa direzione.

Ci sembra quasi normale aprire la bocca e dire “Ehi Siri…”, parlare con un oggetto. Se l’avessimo detto a qualcuno vissuto nel secolo scorso, non ci avrebbe mai creduto! L’uomo si adatta, apprende, ed anche adesso ci stiamo evolvendo e stiamo andando incontro ad un’altra era. Sarà un’era nella quale non saranno gli operai a cucire qualcosa, non saranno nemmeno coloro che progetteranno la macchina per cucire, ma arriveranno ad essere i supervisori dei supervisori. Fino ad ora sono già avvenuti numerosi cambiamenti, ma continueranno ad esserci e diventeranno sempre più ambiziosi.

Stiamo prendendo questa direzione e le intelligenze artificiali ci stanno accompagnando per mano, sostituendoci sempre di più. Si rischia di arrivare ad un futuro nel quale non faremo più niente di manuale: occorrerà solo programmare un software. Al momento sembra una proposta allettante, ma esagerare non porta mai a buoni risultati. Dobbiamo riuscire a comprendere qual è la soglia da non oltrepassare per non precipitare da questo grattacielo che abbiamo costruito con le nostre mani.

 

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